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Abruzzo a Tavola


Programma

1° giorno
- Arrivo e sistemazione.

2° giorno
- Visita alla Valle dell’Orfento:
il fiume Orfento, che conferisce il nome allo splendido vallone che dalle vette principali del
massiccio della Majella scende fino all'abitato di Caramanico Terme, ha eroso nel corso di
milioni di anni una delle valli più spettacolari ed importanti dell’Appennino dal punto di vista
naturalistico. Nella riserva naturale, creata già nel lontano 1973, si è riusciti a preservare
l’ambiente naturale originale, con pochi interventi da parte dell’uomo anche grazie alle
caratteristiche orografiche del territorio.
Nel centro visite della Riserva (Caramanico Terme) si ha la possibilità di conoscere meglio
la storia e le peculiarità della fauna e della flora di questa parte della regione.
All’interno del museo naturalistico e archeologico presso il centro visite, le guide del Parco
Nazionale della Majella illustrano gli interventi di ripopolamento faunistico effettuati negli
ultimi anni.
- Visita Castello di Salle:
situato nel territorio dell’omonimo comune, fu costruito prima dell’anno Mille come feudo
dell’Abbazia di San Clemente a Casauria. Oltre al fatto di essere citato nel “Chronicon
Casauriensis”, esiste una documentazione certa dall’incisione sul portale dell’Abbazia che
porta il “Sallis Castrum” tra i 72 castelli della sua cinta difensiva. Di notevole interesse,
inoltre, la quadreria che espone opere di artisti abruzzesi lungo un arco di più secoli. Molto
particolari il salone neogotico completo dei suoi mobili e una delle camere da letto,
raffinatissima, contenente un pregevole letto in stile impero dove si dice abbia dormito
Napoleone Bonaparte.
- Pranzo consigliato presso il borgo di Musellaro, con piatti realizzati dalle “donne del paese”:
il borgo di Musellaro è immerso in uno straordinario scenario naturale, alla destra del fiume
Orta, con la Majella sullo sfondo orientale ed il Morrone su quello occidentale. Per lungo
tempo, come testimoniano le notizie contenute nel “Chronicon Casauriensis”, l'intera area è
stata sotto il dominio della vicina abbazia di S. Clemente a Casauria, cui si deve l'attuale
connotazione del paese, anche se resti ancor oggi visibili conferiscono al paese origini
ancora più antiche, essendo probabilmente stato un insediamento italico e longobardo. Nella
parte vecchia di Musellaro sorge l'antico borgo fortificato di case-mura, il cui nucleo è
costituito dal Palazzo Baronale, altrimenti detto Castello di Musellaro. L'attuale
conformazione architettonica del palazzo contiene ancora elementi che riescono a suggerire
un'origine non propriamente residenziale dell'edificio, che doveva infatti essere una torre. Il
castello si presenta composto da tre corpi di fabbrica, con destinazioni d'uso diverse.
- Visita del laboratorio orafo Italo Lupo a Bolognano:
Italo Lupo è uno dei più rinomati gioiellieri della regione: la sua produzione è incentrata
soprattutto su gioielli unici, su suo disegno o con la collaborazione del cliente, con uno
sguardo alla produzione in piccola serie sempre alla ricerca dell'unicità. Tutti gli oggetti sono
realizzati con tecniche artigianali esclusivamente con oro 750/000 o argento 925/000.
- Degustazione consigliata di vini presso l’Azienda Zaccagnini:
la cantina Zaccagnini e una delle più note e premiate in Abruzzo, non solo a livello
nazionale, ma internazionale. Nata nel 1978, attualmente produce circa 500.000 bottiglie
l’anno, grazie ai suoi oltre 80 ettari di vigneti; ciò che contraddistingue Zaccagnini fin dalla
nascita è il binomio vino e arte, iniziato nel 1984 con un evento curato dall’artista Joseph
Beuys. La manifestazione Uvarte continua ogni anno nel mese di novembre, unitamente ad
altri eventi. Produce vini Montepulciano, Trebbiano e Cerasuolo DOC
- Visita dell’abbazia di San Clemente a Casauria:
l'abbazia di S. Clemente a Casauria è una delle abbazie più interessanti della regione,
importantissimo monumento di transizione dal romanico al gotico cistercense. Va ritenuta un
vero museo “in situ” vista la presenza dei manufatti artistici conservati, come in uno scrigno,
nel suggestivo interno: l'ambone, il candelabro, l'urna e l'altare richiamano infatti l'attenzione
- e l'ammirazione - dei numerosi visitatori. Lo stesso Gabriele d'Annunzio avrebbe voluto per
la madre un sarcofago modellato sull'ambone di Clemente. Queste le sue parole ne “Il
Trionfo della Morte: “Voglio condurti a un'abbazia abbandonata, più solitaria del nostro
Eremo, piena di memorie antichissime: dov'è un gran candelabro di marmo bianco, un fiore
d'arte meraviglioso, creato da un artefice senza nome. Dritta su quel candelabro, in silenzio,
tu illuminerai col tuo volto le meditazioni della mia anima”.
- Visita al Santuario del “Volto Santo” di Manoppello:
avvolta come in una nicchia dalle verdi sfumature delle colline e della Majella c’è
Manoppello. Una posizione geografica particolarmente felice, vicina sia al mare che alla
montagna.
Secondo ipotesi accreditate la Veronica originale è da riconoscere nel Volto Santo di
Manoppello: il Volto Santo è un velo tenue, i fili orizzontali del tessuto sono ondeggianti e di
semplice struttura, l'ordito e la trama si intrecciano nella forma di una normale tessitura. Le
misure del panno sono di 17 x 24 cm. L'immagine raffigurata è un viso maschile con i capelli
lunghi e la barba divisa a bande. Nel 1638 i cappuccini vengono in possesso di questa
reliquia. P. Donato da Bomba, nel 1640, scrive una "Relazione Istorica", conservata
nell'archivio provinciale dei cappuccini de L'Aquila. Qui si narra come il Volto Santo sia
giunto a Manoppello portato da un misterioso pellegrino, restato in casa Leonelli fino al
1608, preso con forza da Pancrazio Petrucci, venduto a Giacom’Antonio De Fabritiis e da
questi donata ai cappuccini. Il Volto Santo viene esposto alla venerazione del popolo il 6
Aprile 1646. Per circa quarant'anni non fu oggetto di culto pubblico, ma custodito quasi
privatamente in una nicchia a lato destro dell'altare maggiore. Solo nel 1686 viene costruita
nel lato sinistro della chiesa una piccola cappella con un altare che ospita la sacra reliquia e
viene introdotta la festa liturgica del 6 agosto, giorno della Trasfigurazione del Signore.
- Cena di pesce consigliata presso il Porto Turistico Marina di Pescara

3° giorno
- Visita a Carunchio:
ristrutturato completamente nel 2002, il Palazzo Tour d’Eau è il luogo di soggiorno ideale per
chi desidera lasciarsi conquistare dalle semplicità e dalla bellezza di questa storica
residenza. Arroccato sul punto più alto del paese, il palazzo gode di una vista panoramica
spettacolare su tutta la vallata. Abruzzo Cibus offre lezioni di cucina ed escursioni speciali
sul territorio.
- Fara San Martino: visita Pastificio Del verde:
Fara San Martino è chiamato anche il “paese della pasta” poiché sede di numerosi pastifici,
industriali ed artigianali, tra cui Delverde.
Delverde è uno dei primi produttori di pasta al mondo, stimatissimo da tutti gli appassionati
di gastronomia e dagli amanti della pasta, anche per i prodotti addizionali presenti nella sua
linea, come olio extra vergine di oliva, gnocchi, riso, farina di semola e aceto balsamico. La
qualità Delverde è da anni simbolo della dieta mediterranea.
- Visita all’area degli Altipiani Maggiori d’Abruzzo (Pescocostanzo, Rivisondoli, Rocca
Pia, Roccaraso):
Pescocostanzo fa parte del Club dei Borghi più belli d'Italia, sorge tra gli immensi e
silenziosi pascoli tra la Majella e l’alta valle del Sangro, luogo ricco di tesori d’arte e
bellezze naturali. Il centro del paese è un concentrato di opere d’arte: dal patrimonio librario
conservato dalle singole famiglie con testi risalenti all’XI secolo, ai monumenti
rinascimentali, barocchi e neoclassici perfettamente conservati, fino a quei gioielli
dell’architettura popolare, 100 case in tutto (i cosiddetti “vignali”), con le gradinate e il
pianerottolo esterni, cui si accede attraverso porte e finestre incorniciate da pietra lavorata.
Roccaraso appartiene alla Comunità Montana Alto Sangro e Altopiano delle Cinque Miglia. I
suoi impianti sciistici la rendono la maggiore delle stazioni turistiche montane dell'intero
Appennino ed è tra le Città decorate al Valor Militare per la Guerra di Liberazione - insignita
della Medaglia d'Oro al Valor Militare per i sacrifici delle sue popolazioni (culminate
nell'Eccidio di Pietransieri) e per la sua attività nella lotta partigiana durante la Seconda
Guerra Mondiale. Rivisondoli è un comune della provincia de L'Aquila ed un centro turistico
rinomato per gli sport invernali. Gli impianti di risalita e le piste di Monte Pratello formano
con l'Aremogna e Pizzalto di Roccaraso un comprensorio di prim'ordine nel panorama
sciistico italiano. Rocca Pia è situata a breve distanza dal Piano delle Cinquemiglia,
apprezzata soprattutto per le sue caratteristiche climatiche e le valenze turistiche. Oltre alle
innegabili bellezze naturali, offerte da un ambiente generoso e rispettato, le tipiche strutture
urbanistiche e gli edifici storici ci mostrano chiare testimonianze del suo passato.
- Cena consigliata con degustazione di prodotti tipici degli Altipiani maggiori d’Abruzzo

4° giorno
- Visita di Atri:
Atri è una delle città d'arte più antiche dell'Abruzzo adriatico e dell'intero Centro Italia. La
città accoglie un monumento grandioso, la maestosa Basilica Cattedrale di “Santa Maria
Assunta”, Monumento Nazionale (r.d. n. 84 del 19/02/1899), eretta nel sec. XIII su un
precedente tempio romanico. Costruita in pietra, presenta, al suo interno, tre navate.
Nell'abside è conservato il celebre ciclo d'affreschi di Andrea De Litio (seconda metà del
sec. XV), la più prestigiosa opera pittorica d'Abruzzo. La Cattedrale riveste assoluta
rilevanza anche sotto il puro aspetto religioso perché, come la Basilica di “S. Pietro” in
Roma, ha una Porta Santa (sul lato Sud dell'edificio), aperta ogni anno a metà agosto in
occasione della festa dell'Assunta. Sul lato Nord svetta il campanile alto 56 metri. Sul lato
Ovest si estende il suggestivo chiostro a due ordini, opera dei Cistercensi.
- Visita consigliata all’Azienda Persiani con degustazione dell’olio:
l’olio prodotto dall’azienda Persiani” di Atri ha ottenuto la Gran Menzione nella categoria
fruttato intenso, al VI Concorso Oleario Internazionale Sol d’Oro 2008, che si è svolto a
Verona, dal 17 al 22 marzo.
- Arrivo a Picciano per visitare il Museo dell’Arte contadina:
il Museo delle Tradizioni ed Arti Contadine (Mu.T.A.C.) ha una superficie di 6.700 mq di cui
circa 4.000 coperti e dispone di un auditorium multifunzionale di 1.000 mq per la
realizzazione di mostre, eventi e spettacoli. Il museo espone ambienti ricostruiti dedicati
all'olio, al grano, alla filatura e tessitura, botteghe artigianali ed ambienti della vita contadina.
- Degustazione consigliata presso l’Azienda Agricola Contesa a Collecorvino:
l’azienda si estende per circa 30 ettari di cui 25 a vigneto specializzato a spalliera. I vigneti
di media collina sono esposti a Sud-Ovest, in ragione dell’esigenza termica dei vitigni e delle
caratteristiche dei terreni, circondati da olivi secolari, macchie di querce e un laghetto
collinare. È gestita dall’enologo Rocco Pasetti con professionalità e passione, fra tradzione e
innovazione, garantendo un prodotto di grande qualità.
- Rientro in albergo
- Aperitivo consigliato presso l’Azienda Vinicola Bosco Nestore di Nocciano:
quando, alla fine del XIX secolo, il giovane Giovanni Bosco iniziava la sua attività di
viticoltore, la città di Castellamare Adriatica (che nel 1926 sarebbe divenuta Pescara)
contava a malapena 15.000 abitanti e si estendeva su una minima superficie. Tutto attorno
era campagna e Colle Innamorati era terreno fertile per le uve: proprio qui crebbero quei
primi tralci di vite che avrebbero poi segnato l'intera storia della Famiglia Bosco. Con la
stessa tenacia e con la stessa forza della vite, Giovanni proseguì il suo lavoro sino ad
ottenere quel vino rosso, dagli intensi profumi e dal gusto speziato che sarebbe stato
conosciuto nel secolo seguente in tutto il mondo come Montepulciano d'Abruzzo. Era il 1897
e nasceva la Cantina Bosco, la storia continua con il Cavaliere Nestore Bosco e con suo
figlio Giovanni: si rinnovano i nomi e al contempo si rinnova la passione per la vite e per il
vino. A partire dal 1968, con il riconoscimento della D.O.C. Montepulciano d'Abruzzo, il vino
Bosco diviene famoso in tutto il mondo finché nei primi anni '80 Giovanni, con l'aiuto dei figli
Nestore e Stefania, realizza l’attuale cantina nelle campagne di Nocciano - paese
dell'entroterra pescarese. Un gioiello di architettura sotterranea, dove tra le grandi botti di
rovere, piccole barriques e nicchie per le bottiglie perfettamente allineate, riposa e matura
l'orgoglio dei Bosco: il Montepulciano d'Abruzzo. Una tradizione, quella della Famiglia
Bosco, che è destinata a continuare con le nuove generazioni, con gli stessi nomi e con lo
stesso entusiasmo.
- Celebrazione della Panarda consigliata presso il ristorante La Lanterna di Cepagatti:
con il nome di Panarda si indica, specialmente nell'Aquilano, un rituale di consumo collettivo
del cibo che consiste in un banchetto allestito in precise ricorrenze calendariali. L'aspetto più
spettacolare della Panarda, almeno attualmente, sta nella quantità delle portate che
possono superare anche il numero di cinquanta e nell’etichetta che impone ai commensali di
onorare la tavola, consumando tutte le vivande portate in tavola.
La tradizione è comune a molti paesi, ma dove il rito ancora esprime compiutamente il
concetto di celebrazione comunitaria con forti permanenze magico-sacrali, è a
Villavallelonga, un piccolo centro nella zona montagnosa del Parco Nazionale d'Abruzzo.
Per quanto riguarda il cibo, la Panarda, accanto ad un repertorio di vivande e di specialità
gastronomiche locali, presenta alcuni alimenti fissi che non possono mancare in nessun
caso. Essi sono: brodo di gallina e vitello, il caldaio del lesso, maccheroni carrati all'uovo con
ragù di carne di pecora e detti "di Sant'Antonio", la pecora alla cottora, le fave lessate e
condite, le frittelle di pasta lievitata, le ferratelle, la frutta con cui sono confezionate le corone
e la panetta. La cena si protrae per tutta la notte, sia per dare modo ai convitati di
consumare agevolmente le portate, sia perché il servizio ogni tanto è accompagnato da
momenti di preghiera e dal canto di formule religiose, sia perché infine, ad una certa ora, le
case dei panarderi vengono visitate dalle compagnie di questua. Mentre nelle piazze ardono
enormi falò di legna, gruppi di cantori prendono a girare le strade e a visitare le case dove il
loro arrivo è atteso e ben accetto e le loro esecuzioni sono ricompensate con cibo e somme
di denaro. Le visite dei gruppi e dei canterini durano fino alle ultime ore della notte, dopo di
che vengono riordinate le mense e viene servita l'ultima portata: un piatto di fave lesse,
accompagnate dalla panetta, che è una speciale preparazione di pasta lievitata a cui sono
state aggiunte le uova.

5° giorno
- Partenza per il rientro